Mais, una genetica infallibile

4.08.2022

L‘Europa produce circa 65 milioni di tonnellate di mais ogni anno, ma per soddisfare il proprio fabbisogno deve importarne 15 milioni. Va ricordato quindi che la coltivazione del mais è uno introito economico garantito e sicuro per i produttori. E gli utilizzi sono tanti e diversi: alimentazione animale e umana, ma anche produzione di amido. Lo sapevate? Più di 400 prodotti alimentari richiedono l‘amido di mais (legante, addensante, gelificante, dolcificante, colorante…); e poi il mais è una vera risorsa energetica verde per la produzione di biogas o bioetanolo.

Il mais appartiene alla famiglia delle piante cosiddette “C4“. In ambienti caldi e secchi, questo è un vantaggio competitivo rispetto alle piante C3 come i cereali a paglia, perché perde meno acqua per l‘evapotraspirazione. Inoltre, questo gli conferisce una maggiore capacità di catturare la CO2 atmosferica. È quindi molto più efficiente per l’assorbimento naturale del carbonio.
Si stima che trattenga da 4 a 8 volte più di CO2 di quanta ne emetta per la sua produzione.

In Europa, gli agricoltori offrono varietà capaci di tollerare la siccità o livelli significativi di resistenza ai parassiti. Gli agricoltori beneficiano di una gamma molto ampia di varietà che soddisfano tutti i loro bisogni e che limitano l‘uso di input. Come coltura primaverile per antonomasia, la coltivazione del mais si sta affermando anche come specie che permette di diversificare le rotazioni delle colture.

Con possibilità di commercializzazione sicure, vantaggi agronomici e ambientali, il mais ha tutte le qualità necessarie per mantenere perenne l‘eccellenza dell‘agricoltura europea.

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